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libro primo. 13


sar Gonzaga, il conte Ludovico da Canossa, il signor Gaspar Pallavicino, il signor Ludovieo Pio, il signor Morello da Ortona, Pietro da Napoli, messer Roberto da Bari, ed infiniti altri nobilissimi cavalieri: oltra che molti ve n’erano, i quali, avvenga che per ordinario non stessino quivi fermamente, pur la maggior parte del tempo vi dispensavano; come messer Bernardo Bibiena, l’Unico Aretino, Joan Cristoforo Romano, Pietro Monte, Terpandro, messer Nicolò Frisio; di modo che sempre poeti, musici, e d’ogni sorte uomini piacevoli, e li più eccellenti in ogni facoltà che in Italia si trovassino, vi concorrevano.

VI. Avendo adunque papa Julio II con la presenza sua e con l’ajuto de’ Franzesi ridotto Bologna alla obedienza della sede apostolica nell’anno MDVI, e ritornando verso Roma, passò per Urbino; dove quanto era possibile onoratamente, e con quel più magnifico e splendido apparato che si avesse potuto fare in qualsivoglia altra nobil città d’Italia, fa ricevuto: di modo che, oltre al papa, tutti i signor cardinali ed altri cortegiani restarono sommamente satisfatti; e furono alcuni, i quali, tratti dalla dolcezza di questa compagnia, partendo il papa e la corte, restarono per molti giorni ad Urbino; nel qual tempo non solamente si continuava nell’usato stile delle feste e piaceri ordinarii, ma ognuno si sforzava d’accrescere qualche cosa, e massimamente nei giochi, ai quali quasi ogni sera s’attendeva. E l’ordine d’essi era tale, che, subito giunti alla presenza della signora Duchessa, ognuno si ponea a sedere a piacer suo, o come la sorte portava, in cerchio; ed erano sedendo divisi un uomo ed una donna, fin che donne v’erano, chè quasi sempre il numero degli uomini era molto maggiore; poi, come alla signora Duchessa pareva si governavano, la quale per lo più delle volte ne lasciava il carico alla signora Emilia. Cosí il giorno apresso la partita del papa, essendo all’ora usata ridotta la compagnia al solito loco, dopo molti piacevoli ragionamenti la signora Duchessa volse pur che la signora Emilia cominciasse i giochi; ed essa, dopo l’aver alquanto rifiutato tal’impresa, cosí disse: Signora mia, poichè pur a voi piace ch’io sia quella che dia principio ai giochi di questa sera,