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12 | il cortegiano |
grandissimo freno; nè era alcuno che non estimasse per lo
maggior piacere che al mondo aver potesse il compiacer a
lei, e la maggior pena il dispiacerle. Per la qual cosa, quivi
onestissimi costumi erano con grandissima libertà congiunti,
ed erano i giochi e i risi al suo cospetto conditi, oltre agli
argutissimi sali, d’una graziosa e grave maestà; chè quella
modestia e grandezza che tutti gli atti e le parole e i gesti
componeva della signora Duchessa, motteggiando e ridendo,
facea che ancor da chi mai più veduta non l’avesse, fosse
per grandissima signora conosciuta. E cosí nei circostanti
imprimendosi, parea che tutti alla qualità e forma di lei
temperasse; onde ciascuno questo stile imitare si sforzava,
pigliando quasi una norma di bei costumi dalla presenza
d’una tanta e cosí virtuosa signora: le ottime condizioni
della quale io per ora non intendo narrare, non essendo mio
proposito, e per esser assai note al mondo, e molto più ch’io
non potrei nè con lingua nè con penna esprimere; e quelle
che forse sariano state alquanto nascoste, la fortuna, come
ammiratrice di cosí rare virtù, ha voluto con molte avversità
e stimoli di disgrazie scoprire, per far testimonio che
nel tenero petto d’una donna in compagnia di singolar bellezza
possono stare la prudenza e la fortezza d’animo, e
tutte quelle virtù che ancor ne’ severi uomini sono rarissime.
V. Ma lasciando questo, dico, che consuetudine di tutti i gentiluomini della casa era ridursi subito dopo cena alla signora Duchessa; dove, tra l’altre piacevoli feste e musiche e danze che continuamente si usavano, talor si proponeano belle questioni, talor si faceano alcuni giochi ingegnosi ad arbitrio or d’uno or d’un altro, nei quali sotto varii velami spesso scoprivano i circonstanti allegoricamente i pensier sui a chi più loro piaceva.) Qualche volta nasceano altre disputazioni di diverse materie, ovvero si mordea con pronti detti; spesso si faceano imprese, come oggidí chiamiamo: dove di tali ragionamenti maraviglioso piacere si pigliava, per esser, come ho detto, piena la casa di nobilissimi ingegni; tra i quali, come sapete, erano celeberrimi il signor Ottavian Fregoso, messer Federico suo fratello, il Magnifico Julian de’ Medici, messer Pietro Bembo, messer Ce-