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libro quarto. 257


verenza osservano il loro re, con quanta i più osservanti popoli del mondo; e però lutto questo è grandissimo argomento, che ’l dominio dei principi sia più secondo la natura che quello delle republiche. —

XX. Allora messer Pietro Bembo, Ed a me par, disse, che, essendoci la libertà data da Dio per sapremo dono, non sia ragionevole che ella ci sia levata, nè che un uomo più dell’altro ne sia partecipe: il che interviene sotto il dominio de’ principi, li quali tengono per il più li sudditi in strettissima servitù; ma nelle republiche bene instituite si serva pur questa libertà: oltra che e nei giudicii e nelle deliberazioni più spesso interviene che ’l parer d’un solo sia falso che quel di molti; perchè la perturbazione, o per ira o per sdegno o per cupidità, più facilmente entra nell’animo d’un solo che della moltitudine, la quale, quasi come una gran quantità d’acqua, meno è subjetta alla corruzione che la piccola. Dico ancora, che lo esempio degli animali non mi par che si confaccia; perchè e li cervi e le grue e gli altri non sempre si prepongono a seguitare ed obedir un medesimo, anzi mutano e variano, dando questo dominio or ad uno or ad un altro, ed in tal modo viene ad esser più presto forma di republica che di regno; e questa si può chiamare vera ed equale libertà, quando quelli che talor comandano, obediscono poi ancora. L’esempio medesimamente delle api non mi par simile, perchè quel loro re non è della loro medesima specie; e però chi volesse dar agli uomini un veramente degno signore, bisognaria trovarlo d’un’altra specie, e di più eccellente natura che umana, se gli uomini ragionevolmente l’avessero da obedire, come gli armenti che obediscono non ad uno animale suo simile, ma ad un pastore, il quale è uomo, e d’una specie più degna che la loro. Per queste cose estimo io, signor Ottaviano, che ’l governo della republica sia più desidarabile che quello del re. —

XXI. Allor il signor Ottaviano, Contra la opinione vostra, messer Pietro, disse, voglio solamente addurre una ragione; la quale è, che dei modi di governar bene i popoli tre sorti solamente si ritrovano: l’una è il regno; l’altra il governo dei buoni, che chiamavano gli antichi ottimati; l’altra l’am-