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8 | il cortegiano |
stumiche s’usano nelle corti di Cristianità, eleggere la piú perfetta forma e quasi il fior di questa Cortegianía; perché la consuetudine fa a noi spesso le medesime cose piacere e dispiacere: onde talor procede che i costumi, gli abiti, i riti e i modi, che un tempo son stati in pregio, divengono vili, e per contrario i vili divengon pregiati. Però si vede chiaramente, che l’uso piú che la ragione ha forza d’introdur cose nove tra noi, e cancellar l’antiche; delle quali chi cerca giudicar la perfezione, spesso s’inganna. Per il che, conoscendo io questa e molte altre difficoltà nella materia propostami a scrivere, son sforzato a fare un poco di escusazione, e render testimonio che questo errore (se pur si può dir errore) a me è commune con voi, acciò che se biasmo avvenire me ne ha, quello sia ancor diviso con voi; perché non minor colpa si dee estimar la vostra avermi imposto carico alle mie forze disequale, che a me averlo accettato.
Vegniamo adunque ormai a dar principio a quello che è nostro presuposto e, se possibil è, formiamo un Cortegian tale, che quel principe che sarà degno d’esser da lui servito, ancor che poco stato avesse, si possa però chiamar grandissimo signore. Noi in questi libri non seguiremo un certo ordine o regula di precetti distinti, che ’l piú delle volte nell’insegnare qualsivoglia cosa usar si suole; ma, alla foggia di molti antichi, rinovando una grata memoria1, recitaremo alcuni ragionamenti, i quali già passarono tra uomini singolarissimi a tale proposito; e benché io non v’intervenissi presenzialmente, per ritrovarmi, allor che furon detti, in Inghilterra, avendogli poco appresso il mio ritorno intesi da persona che fedelmente me gli narrò, sforzerommi a punto, per quanto la memoria mi comporterà, ricordarli, acciò che noto vi sia quello che abbiano giudicato e creduto di questa materia uomini degni di somma laude, ed al cui giudicio in ogni cosa prestar si potea indubitata fede. Né fia ancor fuor di proposito, per giungere ordinatamente al fine dove tende il parlar nostro, narrar la causa dei successi ragionamenti.
II. Alle pendici dell’Appennino, quasi al mezzo della Italia verso il mare Adriatico, è posta, come ognun sa, la piccola città d’Urbino; la quale, benché tra monti sia, e non