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libro terzo. 205


che questo ragionamento fosse ormai fuor del proposito mio, Soggiunse messer Cesare: Non voglio già parlar della utilità che ha il mondo dalle donne, oltre al generar i figlioli: perchè a bastanza s’è dimostrato, quanto esse siano necessarie non solamente all’esser ma ancor al ben esser nostro; ma dico, signor Gaspar, che se esse sono, come voi dite, più inclinate agli appetiti che gli uomini, e con tutto questo se ne astengono più che gli uomini, il che voi stesso consentite: sono tanto più degne di laude, quanto il sesso loro è men forte per resistere agli appetiti naturali; e se dite che lo fanno per vergogna, parmi che in loco d’una virtù sola ne diate lor due; chè se in esse più può la vergogna che l’appetito, e perciò si astengono dalle cose mal fatte, estimo che questa vergogna, che in fine non è altro che timor d’infamia, sia una rarissima virtù, e da pochissimi uomini posseduta. E s’io potessi senza infinito vituperio degli uomini dire come molti d’essi siano immersi nella impudenza, che è il vizio contrario a questa virtù, contaminarei queste sante orecchie che m’ascoltano: e per il più questi tali ingiuriosì a Dio ed alla natura sono uomini già vecchi, i quali fan professione chi di sacerdozio, chi di filosofia, chi delle sante leggi; e governano le republiche con quella severità Catoniana nel viso, che promette tutta la integrità del mondo; e sempre allegano, il sesso feminile esser incontinentissimo: nè mai essi d’altro si dolgon più, che del mancar loro il vigor naturale per poter salisfare ai loro abominevoli desiderii, i quali loro restano ancor nell’animo, quando già la natura li nega al corpo; e però spesso trovano modi dove le forze non sono necessarie.

XLI. Ma io non voglio dir più avanti; e bastami che mi consentiate che le donne si astengano più dalla vita impudica che gli uomini; e certo è, che d’altro freno non sono ritenute, che da quello che esse stesse si mettono: e che sia vero, la più parte di quelle che son custodite con troppo stretta guardia, o battute dai mariti o padri, sono men pudiche che quelle che hanno qualche libertà. Ma gran freno è generalmente alle donne l’amor della vera virtù e ’l desiderio d’onore, del qual molte, che io a’ miei di ho conosciute,