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libro terzo. | 195 |
causa del lor prudente pensiero. Onde. i Trojani, sì per
necessità, sì per esser benignamente accettati dai paesani,
furono contentissimi di ciò che le donne avean fatto, e quivi
abitarono coi Latini, nel loco dove poi fu Roma; e da questo
processe il costume antico appresso i Romani, che le donne
incontrando basciavano i parenti. Or vedete quanto queste
donne giovassero a dar principio a Roma.
XXX. Nè meno giovarono allo augumento di quella le donne sabine, che si facessero le trojane al principio: chè avendosi Romolo concitato generale inimicizia di tutti i suoi vicini per la rapina che fece delle lor donne, fu travagliato di guerre da ogni banda; delle quali, per esser uomo valoroso, tosto s’espedì con vittoria, eccetto di quella de’ Sabini, chè fu grandissima, perchè Tito Tazio re de’ Sabini era valentissimo e savio: onde essendo stato fatto uno acerbe fatto d’arme tra Romani e Sabini, con gravissimo danno dell’una e dell’altra parte, ed apparecchiandosi nuova e crudel battaglia, le donne sabine, vestite di nero, co’ capelli sparsi e lacerati, piangendo, meste, senza timore dell’arme che già erano per ferir mosse, vennero nel mezzo tra i padri e i mariti, pregandogli che non volessero macchiarsi le mani del sangue de’ soceri e dei generi; e se pur erano mal contenti di tal parentato, voltassero l’arme contra esse, chè molto meglio loro era il morire che vivere vedove, O senza padri e fratelli, e ricordarsi che i suoi figlioli fossero nati di chi loro avesse morti i lor padri, o che esse fossero nate di chi lor avesse morti i lor mariti. Con questi gemiti piangendo, molte di loro nelle braccia portavano i suoi piccoli figliolini, dei quali già alcuni cominciavano a snodar la lingua, e parea che chiamar volessero e far festa agli avoli loro; ai quali le donne mostrando i nepoti, e piangendo, Ecco, diceano, il sangue vostro, il quale voi con tanto impeto e furor cercate di sparger con le vostre mani. — Tanta forza ebbe in questo caso la pietà e la prudenza delle donne, che non solamente tra li doi re nemici fu fatta indissolubile amicizia e confederazione, ma, che più maravigliosa cosa fu, vennero i Sabini ad abitare in Roma, e dei dui popoli fu fatto un solo; e così molto accrebbe questa concordia le forze di Roma, merce