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libro terzo. 185


propria deliberazione e determinata volontà di far così, e da estimare più l’onore e ’l debito che tutti i pericoli del mondo; e, benchè si conosca la morte manifesta, esser di core e d’animo tanto saldo, che i sentimenti non restino impediti nè si spaventino, ma faccian l’officio loro circa il discorrere e pensare, così come se fossero quietissimi. Di questa sorte avemo veduto ed inteso esser molti grand’uomini; medesimamente molte donne, le quali, e negli antichi secoli e nei presenti, hanno mostrato grandezza d’animo, e fatto al mondo effetti degni d’infinita laude, non men che s’abbian fatto gli uomini.

XIX. Allor il Frigio, Quegli effetti, disse, cominciarono quando la prima donna errando fece altrui errar contra Dio, e per eredità lasciò all’umana generazion la morte, gli affanni e i dolori, e tutte le miserie e calamità che oggidi al mondo si sentono. — Rispose il Magnifico Juliano: Poichè nella sacrestia ancor vi giova d’entrare, non sapete voi, che quello error medesimamente fu corretto da una Donna, che ci apportò molto maggior utilità che quella non n’avea fatto danno, di modo che la colpa che fu pagata con tai meriti si chiama felicissima? Ma io non voglio or dirvi quanto di dignità tutte le creature umane siano inferiori alla Vergine nostra Signora, per non mescolar le cose divine in questi nostri folli ragionamenti; nè raccontar quante donne con infinita costanza s’abbiano lasciato crudelmente ammazzare dai tiranni per lo nome di Cristo, nè quelle che con scienza disputando hanno confuso tanti idolatri: e se mi diceste, che questo era miracolo e grazia dello Spirito Santo, dico che niuna virtù merita più laude, che quella che è approvata per testimonio di Dio. Molte altre ancor, delle quali tanto non si ragiona, da voi stesso potete vedere, massimamente leggendo San Jeronimo, che alcune de’ suoi tempi celebra con tante maravigliose laudi, che ben poriano bastar a qualsivoglia santissimo uomo.

XX. Pensate poi quante altre ci sono state delle quali non si fa menzione alcuna, perchè le meschine stanno chiuse senza quella pomposa superbia di cercare appresso il volgo nome di santità, come fanno oggidi molt’uomini ipocriti ma-