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compagni, dui da Pistoja, l’altro da Prato, i quali dopo cena si misero, come spesso si fa, a giocare: così non v’andò molto che uno dei dui Pistolesi, perdendo il resto; restò senza un quattrino, di modo che cominciò a disperarsi, e maledire e biastemare fieramente; e così rinegando, se n’andò a dormire. Gli altri dui avendo alquanto giocato, deliberarono fare una burla a questo che era ito al letto. Onde, sentendo che esso già dormiva, spensero tutti i lumi, e velarono il foco; poi si misero a parlar alto, e far i maggiori rumori del mondo, mostrando venire a contenzion del gioco, dicendo uno: Tu hai tolto la carta di sotto; — l’altro negandolo, con dire: E tu hai invitato sopra flusso; il gioco vadi a monte; e cotai cose, con tanto strepito, che colui che dormiva si risvegliò; e sentendo che costoro giocavano e parlavano. così come se vedessero le carte, un poco aperse gli occhi, e non vedendo lume alcuno in camera, disse: E che diavol farete voi tutta notte di gridare? — Poi subito si rimise giù, come per dormire. I dui compagni non gli diedero altrimenti risposta, ma seguitarono l’ordine suo; di modo che costui, meglio risvegliato, cominciò a maravigliarsi; e vedendo certo che ivi non era nè foco nè splendor alcuno, e che pur costor giocavano e contendevano, disse: E come potete voi veder le carte senza lume? — Rispose uno delli dui: Tu dei aver perduto la vista insieme con li denari: non vedi tu, se qui abbiam due candele? — Levossi quello che era in letto su le braccia, e quasi adirato, disse: O ch’io sono ebriaco o cieco, o voi dite le bugie. — Li dui levaronsi, ed andarono al letto tentoni, ridendo, e mostrando di credere che colui si facesse beffe di loro; ed esso pur replicava: Io dico che non vi veggo. — In ultimo li dui cominciarono a mostrar di maravigliarsi forte, e l’uno disse all’altro: Oimè, parmi ch’el dica da dovero: dà qua quella candela, e veggiamo se forse gli si fosse intorbidata là vista. — Allor quel meschino tenne per fermo d’esser diventato cieco, e piangendo dirottamente disse: O fratelli miei, io son cieco; — e subito cominciò a chiamar la Nostra Donna di Loreto, e pregarla che gli perdonasse le biastemme e le maledizioni che gli aveva date per aver perduto i denari. I dui compagni pur lo conforta-