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libro secondo. | 127 |
dovesse far di così gran quantità di terreno, come s’era cavata
per far i fondamenti di questo palazzo, che. tuttavia si
lavorava, disse: Signor mio, io ho pensato benissimo dove
e’ s’abbia a mettere. Ordinate che si faccia una grandissima
fossa; e quivi riponere si potrà, senza altro impedimento. Rispose
il duca Federico; non senza risa: E dove metteremo
noi quel terreno che si caverà di questa fossa? — Soggiunse
l’abbate: Fatela far tanto grande, che l’uno e l’altro vi
stia. — Così, benchè il Duca più volte replicasse, che quanto
la fossa si facea maggiore, tanto più terren si cavava, mai
non gli potè caper nel cervello ch’ella non si potesse far
tanto grande, che l’uno e l’altro metter non vi si potesse,
nè mai rispose altro se non: Fatela tanto maggiore. — Or
vedete, che buona estimativa avea questo abbate.
LII. Disse allor messer Pietro Bembo: E perchè non dite voi quella del vostro commissario fiorentino? il qual era assediato nella Castellina dal duca di Calavria, e dentro essendosi trovato un giorno certi passatori avvelenati, che erano stati tirati dal campo; scrisse al Duca, che se la guerra s’aveva da far così crudele, esso ancor farebbe por il medicame in su le pallotte dell’artigliaria, e poi chi n’avesse il peggio, suo danno. — Rise messer Bernardo, e disse: Messer Pietro, se voi non state cheto, io dirò tutte quelle che io stesso ho vedute e udite de’ vostri Veneziani; chè non son poche, e massimamente. quando, voglion fare il cavalcatore. — Non dite, di grazia; rispose messer Pietro; che io ne tacerò due altre bellissime che so de’ Fiorentini, — Disse messer Bernardo: Deono esser più presto Sanesi, che spesso vi cadeno. Come a questi dì uno, sentendo leggere in consiglio certe lettere, nelle quali, per non dir tante volte il nome di colui di chi si parlava era replicato questo termine, il prelibato, disse a colui che leggeva: Fermatevi un poco qui, e ditemi; cotesto Prelibato, è egli. amico del nostro commune? — Rise messer Pietro, poi disse: Io parlo de’ Fiorentini, e non de’ Sanesi, — Dite adunque liberamente, soggiunse la signora Emilia, e non abbiate tanti rispetti. — Seguitò messer Pietro: Quando i signori Fiorentini faceano la guerra contra Pisani, trovaronsi talor per le molte spese