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104 | il cortegiano |
Lelii; anzi non so per qual destin interviene ogni dì, che
dui amici, quali saranno vivuti in cordialissimo amore
molt’anni, pur al fine l’un l’altro in qualche modo s’ingannano,
o per malignità, o per invidia, o per leggerezza; o per
qualche altra mala causa; e ciascun dà la colpa al compagno:
di quello, che forse l’uno e l’altro la merita. Però essendo a
me intervenuto più d’una volta l’esser ingannato da chi più
amava, e da chi sopra ogni altra persona aveva confidenza
d’esser amato, ho pensato talor da me a me, che sia ben non
fidarsi mai di persona del mondo, nè darsi così in preda ad
amico, per caro ed amato che sia, che senza riservo l’uomo
gli communichi tutti i suoi pensieri come farebbe a sè stesso;
perchè negli animi nostri sono tante latebre e tanti recessi,
che impossibil è che prudenza umana possa conoscer quelle
simulazioni, che dentro nascose vi sono. Credo adunque che
ben sia, amare e servire l’un più che l’altro, secondo i meriti
e ’l valore; ma non però assicurarsi tanto con questa
dolce esca d’amicizia, che poi tardi se n’abbiamo a pentire.
XXX. Allor messer Federico, Veramente, disse, molto maggior saria la perdita che ’l guadagno, se del consorzio umano si levasse quel supremo grado d’amicizia, che, secondo me, ci dà quanto di bene ha in sè la vita nostra; e però io per alcun modo non voglio consentirvi che razionevol sia, anzi mi daria il core di concludervi, e con ragioni evidentissime, che senza questa perfetta amicizia gli uomini sariano molto più infelici che tutti gli altri animali; e se alcuni guastano, come profani, questo santo nome d’amicizia, non è però da estirparla così degli animi nostri, e per colpa dei mali privar i buoni di tanta felicità; ed io per me estimo, che qui tra noi sia più di un par di amici, l’amor dei quali sia indissolubile e senza inganno alcuno, e per durar fin alla morte con le voglie conformi, non meno che se fossero quegli antichi che voi dianzi avete nominati; e così interviene quando, oltre alla inclinazion che nasce dalle stelle, l’uomo s’elegge amico a sè simile di costumi: e ’l tutto intendo che sia tra buoni e virtuosi, perchè l’amicizia de’ mali non è amicizia. Laudo ben che questo nodo così stretto non comprenda o leghi più che dui, che altramente forse saria peri-