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sparo, e le troppe laudi che da altri erano loro state prodigate.
La prima parte del quarto Libro riguarda più direttamente i doveri del Cortegiano, officio e fine del quale è guidare al bene il suo principe. Di qui si toglie occasione di parlare delle varie forme di reggimento degli stati, nonché dei doveri dei principi, e come abbiano a procurare la felicità dei loro popoli. Passa infine a trattare per bocca di Pietro Bembo delle cose di Amore, seguendo le dottrine dei Platonici; in tutto il qual tratto il Castiglione 6 mirabile di eloquenza quanto forse non in altra fra le più belle parti dell’opera: e così compionsi i discorsi della quarta sera, e il Dialogo del Cortegiano.
Il Castiglione scrisse questo Dialogo nel 1514, e compitolo in breve tempo, a più riprese diede poi opera in limarlo ed accrescerlo. Nel 1518 essendo stimolato dagli amici a darlo in luce, lo mandò a Giacomo Sadoleto e a Pietro Bembo, richiedendoli di consiglio. Lo communicò anche a Vittoria Colonna marchesa di Pescara: il che fu poscia occasione della publicazione dell’opera; poiché avendone Vittoria Colonna, contro la fede data, fatto trascrivere gran parte, onde sene sparsero copie: il Castiglione, sebbene allora distratto in altre cose, ed inoltre avesse in mente di aggiungere al libro parecchie cose, che già aveva ordinate nell’animo, pensò non dover più oltre differire a publicarlo, affinchè intanto non venisse in luce mutilo e corrotto per mano d’altri. Due lettere del nostro Autore, recentemente publicate dal Conte Valdrighi, forniscono curiose ed importanti notizie intorno alla prima edizione del Cortegiano, che il Castiglione, allora Nunzio in Ispagna, fece eseguire in Venezia presso Aldo, in foglio, l’anno 1528: bella e nitida edizione, ma macchiata di non pochi e talor gravi errori.
Poco sopravisse il Castiglione alla publicazione del suo Cortegiano, che intanto era stato l’anno stesso ristampato in