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libro secondo. 95


si convien ogni cosa; e trovarassi talor un uomo, il qual da natura sarà tanto pronto alle facezie, che ciò che dirà porterà seco il riso, e parerà che sia nato solamente per quello: e sun altro che abbia maniera di gravità, avvenga che sia di buonissimo ingegno, vorrà mettersi a far il medesimo, sarà freddissimo e disgraziato, di sorte che farà stomaco a chi l’udirà; e riuscirà appunto quell’asino, che ad imitazion del cane volea scherzar col patrone. Però bisogna che ognun conosca sè stesso e le forze sue, ed a quello s’accommodi, e consideri quali cose ha da imitare e quali no.

XXI. Prima che più avanti passate, disse quivi Vincenzio calmeeta, s’io ho ben inteso, parmi che dianzi abbiate detto che la miglior via per conseguir favori sia il meritargli; e che più presto dee il Cortegiano aspettar che gli siano offerti, che prosuntuosamente ricercargli. Io dubito assai che questa regola sia poco al proposito, e parmi che la esperienza ci faccia molto ben chiari del contrario: perchè oggidì pochissimi sono favoriti da’ signori, eccetto i prosuntuosi; e so che voi potete esser buon testimonio d’alcuni, che, ritrovandosi in poca grazia dei lor principi, solamente con la prosunzione si son loro fatti grati; ma quelli che per modestia siano ascesi, io per me non conosco, ed a voi ancor do spazio di pensarvi, e credo che pochi ne trovarete. E se considerate la corte di Francia, la qual oggidì è una delle più nobili di cristianità, trovarete che tutti quelli che in essa hanno grazia universale, tengon del prosuntuoso; e non solamente l’uno con l’altro, ma col re medesimo. — Questo non dite già, rispose messer Federico; anzi in Francia sono modestissimi e cortesi gentiluomini: vero è che usano una certa libertà e domestichezza senza cerimonia, la qual ad essi è propria e naturale; e però non si dee chiamar prosunzione, perchè in quella sua così fatta maniera, benchè ridano, e piglino piacere dei prosuntuosi, pur apprezzano molto quelli che loro pajono aver in sè valore e modestia. — Rispose il Calmeta: Guardate i Spagnoli, i quali par che siano maestri della Cortegianì a, e considerate quanti ne trovate, che con donne e con signori non siano prosuntuosissimi;e tanto più de’ Franzesi, quanto che nel primo aspetto mostrano grandissima