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cura del malato. E i famigliari che grandemente amavano Lorenzo, più degli altri si eccitavano per questi sospetti, talchè appena fu spirato il loro signore, afferrarono lo sventurato medico e tentarono di gettarlo nel pozzo del cortile. Gli sforzi fatti da Pierleone, dettero tempo a qualcun’altro di accorrere ed il medico potè fuggir dalla villa. Ma non fu salvo dalle persecuzioni dei famigli indignati e dopo essersi rifugiato di qua e di là; fu nella mattina seguente ritrovato annegato nel pozzo della villa di Francesco Martelli a S. Gervasio.

L’interno della villa ha perduto l’antico carattere, prima per le ricostruzioni fattevi a tempo del Duca Alessandro che la rialzò si può dire dallo stato rovinoso in cui l’aveva ridotta l’incendio appiccatovi dagli Arrabbiati poi pei lavori che più recentemente vi sono stati fatti allo scopo di renderla comoda ed elegante soggiorno.

Nel cortile è una piccola e graziosa cappella di stile affatto moderno.

Il quartiere terreno ha buon numero di sale ampie, sfogate, ricche di luce e che hanno la vista deliziosa dei giardini che circondano la villa.

Nel salone che è volto verso ponente, le lunette sottoposte alla volta sono dipinte a paesaggi sullo stile della prima metà del XVII secolo e nella lunetta di fronte alla porta è lo stemma Mediceo sormontato dal cappello cardinalizio. Dal lato di ponente, si staccano dal fabbricato antico due ale di loggiato che oggi servono a racchiuder le piante; ma che in antico costituivano una specie di cortile aperto sul davanti, nel quale si tenevano forse quelle molteplici riunioni di filosofi e di artisti che resero celebre questo luogo. Sotto una di queste logge è