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nuova face si estingue, l’oscurità torna a regnare e la casa Medicea giunge ad esser rappresentata da Alessandro, un mulatto crudele e vizioso.

Intanto le lotte cittadine si fanno più fiere: non è più il caso delle congiure e delle occulte persecuzioni: si combatte apertamente e si rinnovarono i tristi episodj delle fazioni.

I Medici ora vengono cacciati in esigilo, ora richiamati fino a che essi ai danni della patria muovano le armi del Papa e dell’Imperatore, per inalzare all’ombra delle armi straniere un trono sulle vestigia della caduta repubblica.

Le estreme lotte per difender la libertà furono violentissime. Il partito più ardente, ch’era detto degli arrabbiati, mosse la più aspra guerra a tutto ciò che in Firenze sapeva di Mediceo, a tuttociò che ricordava la potenza, la magnificenza di quella famiglia. Si abbatterono gli stemmi Medicei o vi si tolsero a colpi di martello le palle e non si risparmiarono nemmeno danni maggiori alle possessioni di quella famiglia.

Careggi in particolar modo eccitò l’ira di quel partito ardente di libertà.

Careggi era stata quasi la reggia di quella famiglia allora bandita. Quivi la potenza Medicea s’era in ogni modo rivelata, qui Cosimo il Vecchio e Lorenzo il Magnifico avevano saputo gettar le fondamenta di un partito che poteva essere vinto o disperso; ma che non sarebbe mai perito.

E contro Careggi si mosse da Firenze una comitiva di giovani capitanati da quel Dante Catellini da Castiglione che ebbe parte brillantissima nella difesa di Firenze. Abbatteron lungo il cammino tutti gli stemmi Medicei e giunti a Careggi, non potendo atterrare le mura della gigantesca costruzione, nè