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22 | la villa medicea di careggi |
Basterebbe rammentare tre genii meravigliosi che riempirono Firenze, l’Italia, il mondo della loro fama, che lasciarono un patrimonio ricchissimo di opere d’arte e che nella loro vita di artisti troviamo amici e spesso compagni di lavoro: Filippo di Brunellesco, Donato di Niccolò e Michelozzo Michelozzi. Scultori, architetti, orafi, cesellatori essi ebbero campo di mostrare le loro multiformi attitudini spesso per dato e fatto delle molte commissioni che furono date loro dai Medici.
Donatello si può dir che fosse debitore ai Medici della sua grandezza artistica, perchè per essi fece i suoi primi lavori e da loro ebbe quell’incoraggiamento che a lui nato da povera famiglia occorreva.
Michelozzo poi divenne l’artista favorito di Cosimo e più che altro l’amico fedele, affezionato che volle seguire perfino nell’esiglio colui verso il quale sentiva un affetto sincero, ed infinito.
Brunellesco, eresse S. Lorenzo, il tempio, il mausoleo Mediceo, che fu il primo saggio della meravigliosa potenza di quella famiglia: poi riordinò la Badia Fiesolana che Cosimo con grande sfarzo volle restaurare onde servisse di dimora ai Canonaci Lateranensi essendo egli amicissimo di D. Timoteo da Verona predicatore valente e uomo dottissimo. Al Brunellesco venne in animo di costruire un palazzo che fosse degno della potenza Medicea e fece il modello d’una grandiosa e ricchissima fabbrica da inalzarsi proprio di faccia alla basilica di S. Lorenzo, dove fu poi il convento di S. Giovanni Evangelista. E Cosimo fine ed intelligente amatore delle cose d’arte, ammirò assai l’opera di Brunellesco elogiandolo come si meritava; ma più astuto e più pratico uomo di mondo, capì che la