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I.


essuna città al mondo può rivaleggiare con Firenze per la sublime bellezza dei suoi dintorni, per la vaghezza infinita dei colli che le fanno gaja corona, per la varietà mirabile dei suoi paesaggi, per la ricchezza portentosa delle sue ville.

Splendida corona, veramente degna della città nella quale il bello ebbe sempre culto vivissimo e dove fu sempre una sublime armonia fra le meraviglie dell’arte e gl’incanti della natura.

Quelle colline che staccandosi da montagne e da poggi più lontani, voluttuosamente si distendono sulle verdi pianure solcate dall’Arno e con leggiera inclinazione si spingono fino alla città: che si accavallano, che s’intersecano, che si aprono per lasciare scorrere in un