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altri. Direte forse che non può stare insieme, dall’un canto nominarlo «augusto ed invitto»; e dall’altro, farlo violare e vincere. A questo, oltre che un «olivi», un «giá», un «fu», concia ogni cosa; vi domanderò di piú: come può stare anco in Vergilio, che Darete vincesse

Victorem Beten?...

In Ovidio:

Invictumque virum vicitf...

In Marco Tullio: «Victoriam vicisse videris»? Nell’arco di Gallieno imperatore: «Cuíus inviota virtus sola pietate superala est» ? Nel Petrarca, alla fine, parlandosi di Cesare, padre del primo Augusto:

Or di lui si trionfa: ed è ben dritto, se vinse il mondo, ed altri ha vinto lui, che del suo vincitor si glorie il vitto?

Ed altrove:

Trionfar vidi di colui, che pria veduto avea degli altri trionfare?

-Se voleste dire che non è vero che l’abbia vinto, questo non mi curo che mi neghiate, o in tutto o in parte che sia; ed anco che non fosse, perché nell’encomio basta presupporre: ed a tante bugie, che dite voi in biasimo di ognuno, potreste ben passare una mezza veritá in lode d’un re.

Castelvetro — Opposizion XIII

«Della tua Flora». Questo è panno tessuto a vergato. Nomina Fiorenza per Flora, cioè per ninfa, e poi Italia col nome del paese. Non fece cosi Vergilio. «Postquarn nos Amarillis ..habet, Galatea reliquit».