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voglio la briglia, non le pastoie; il digiuno, non la fame; l’osservanza, non la superstizione. Voglio che la perfezion del dire (ancora che non si dia interamente in atto) sia infino a ora in questa lingua, spezialmente nel Petrarca e nel Boccaccio: ma non voglio per questo distrugger la natura d’essa lingua, che non possa, come l’altre, crescere e scemare; non voglio togliere in tutto i giudizi degli altri, che son venuti e che verranno dopo loro. Non voglio esser privo della libertá c’hanno avuto essi e tutti gli scrittori in tutte le lingue. Mi contento d’ubbidire a tutti i precetti, a tutte le osservazioni de’ maestri di quest’arte; e di piú di rimettermi all’autoritá loro ed al parere di tutti i giudiziosi di questi tempi, se ’l Caro l’ha preterite o no. E me ne starei ancora al vostro, se non fosse cosi stravolto e cosi spigolistro come si vede. Ma, quando voi biasimaste non il genere, ma gli individui di queste voci, cioè che le rifiutaste non perché siano latine, ma perché tra le latine non siano buone, vi domando che diciate la ragione ancora di questo, e che dichiariate quali intendete per buone e quali per cattive, per vedere quelle che si possono usare e quelle che no. Vegniamo adunque alle qualitá di ciascuna d’esse, pur secondo l’ordine notato da voi.

«Cede». Cedendovi che sia latina, e voi cedendo a me che le latine si possano usare e che nell’uso commune questa sia frequente nella nostra lingua, come non potete negare, perché vi dispiace ella? Non è netta, propria, significantissima? E di piú non è necessaria al suo significato? Dico «necessaria», perché non veggio che ’l concetto del Caro si possa esprimere con una parola sola piú propriamente. E se lo fate meglio voi, toscanissimo da Modena, voglio essere il vostro bue. E volete che uno effetto, come questo del cedere, tanto continuo nelle operazioni e nel concetto nostro, non abbia un vocabolo propio? e che non sia bene intromesso nelle scritture, quando è usitatissimo nel parlare? Se le voci si ricevono per ornamento, non volete che si ricevano per necessitá? Ma, poiché non v’appagate della ragione e ci volete anche l’essempio; se l’avesse usata il Boccaccio e Dante, non vi vergognareste di non averla