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tempo o piú cose, o che non le possano usar gli altri? Quella bella pietra del tempio passò molti anni per mano di molti fabricatori, senza che mai fosse messa in opera da niuno di loro: venne uno poi che la pose in quel capo d’angolo dove stette si bene: per questo si dirá che fosse mal posta? Se uno scrittor non si vale o non gli accade di valersi d’alcune voci, per questo dá la sentenza che non siano buone? Determina che non se ne sarebbe servito mai? Toglie che non se ne servano gli altri, quando la licenza di servirsene è universale? quando la lingua vive? quando cresce? quando fiorisce? quando, secondo che l’uso introduce, secondo che i giudizi variano, secondo che i tempi portano o la novitá delle cose:

Multa renascentur quae iam cecidere, cadentque quae nunc sunt in honore vocabula?

Opera naturale è ch’uom favella; ma cosi, o cosi, natura lascia poi fare a voi, secondo che v’abbella.

Cosi scrisse Dante sopra questa materia, poco di poi soggiungendo:

.E ciò conviene:

ché l’uso dei mortali è come fronda in ramo, che sen va, ed altra viene.

Dice il Benucci in questo proposito che, se ’l Petrarca fosse piú vivuto (secondo il Castelvetro), s’arebbe avuto a cucir la bocca e non parlare e non iscriver piú nulla, se neanco a lui fosse stato lecito di dire se non quel che ha detto. E se fosse stato lecito a lui, perché non agli altri? So che come caparbio mi replicherete: — Adunque il non averle usate non può esser segno che non gli siano piaciute? — Segno si, ma Temmirio no: cioè in qualche parte probabile, ma non punto necessario. Con tutto ciò, piú probabile è che l’abbia lasciate perché non gli sono occorse, che perché non gli piacessero: conciosiaché, per tutte le ragioni e per tutte l’autoritá che