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vennero tra loro a ragionamenti ed a contrasti amorosi, e, non si prestando fede di quel che diceano, si condussero a fermarlo con giuramenti; e Dafni, venendo al pino, giurò per la divinitá di Pane che mai non vivrebbe un giorno senza la Cloe; Cloe, menando Dafni alla grotta delle ninfe, giurò che vivrebbe e morrebbe insieme con lui. Ma la Cloe semplicetta, come sogliono le fanciulle, nell’uscir dalla grotta s’immaginò di non esser secura abbastanza se ad altro giuramento non lo stringeva ; laonde cosi gli disse: — Dafni, il tuo Pane è molto femminiero; per che io non mi posso stare securamente a lui. Egli fu innamorato della Piti, amò la Siringa, molesta tutto il giorno le driadi, non cessa di sollecitar Epimelide. Per questo, se tu non osservassi il tuo giuramento, egli non curerebbe di punirti dello spergiuro, sebben tu andassi a piú femmine che non sono le canne di questa sampogna. Voglio dunque che tu mi giuri per questa tua greggia, e specialmente per quella capra che fu tua balia, di mai non abbandonar la Cloe, finché ella amerá te solo ed a te solo sará fedele; e se, ella mai vien manco a te ed a queste ninfe, allora io voglio che tu la fugga, che l’abbi in odio e che l’ammazzi come un lupo. — Dafni, avendo piacere di non aver seco credito, recatosi in mezzo della sua torma, e presa da una mano la capra e dall’altra un becco: — Giuro — disse egli — che io amerò la Cloe mentre ch’ella amerá me; e se mai per altri mi diporrá, che io ammazzerò colui che mi sará preposto, e non lei. — Di che la Cloe prese allegrezza, credendo, come fanciulla e pastorella ch’ella era, che le capre e le pecore fossero de’ pecorari e de’ caprari i propri dèi.