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Ma Dorcone bifolco, della Cloe oltra modo invaghito, appostando Driante, che appresso d’una vite, poneva una pianta, fattoglisi avanti con una sampogna nuziale, gli presentò certi buoni caci, percioché tenea seco amistá da quando egli era pastore, e per insino da quel tempo gli avea ragionato di voler la Cloe per moglie. Ora di nuovo pregandolo, stringendolo perché seco la maritasse, gli proferiva secondo suo pari di molte gran cose: una pelle di toro per fare usatti, e ogni anno del suo armento un giovenco. Dalle cui promesse adescato Driante, fu tutto mosso di consentire: tuttavolta, ripensando che la fanciulla era degna di maggior sposo, e temendo non per gabbo cadere in un male che non avesse rimedio, scusandosi e ringraziandolo del suo dono, rifiutò l’offerte e disdisse il maritaggio. Schernito Dorcone giá due volte dalla sua speranza, e perdendo i suoi buoni caci senza profitto alcuno, si deliberò di appostare una volta che la fanciulla fosse sola e conquistarla per forza. Laonde avvertendo che vicendevolmente menavano le greggi alla fontana, un giorno Dafni e l’altro la Cloe, trovò una sua astuzia veramente pastorale, e fu questa. Egli aveva, tra le sue tattare, una gran pelle d’un lupo vecchio, il quale, combattendo giá con un suo toro avanti alla rimessa delle vacche, era stato da quello bravamente occiso a colpi di corna. Di questa si vesti egli dagli omeri insino a’ piedi talmente, che le zampe dinanzi coprivano le braccia e le mani, e di dietro vestivano le gambe e i piedi fino a’ calcagni; della bocca e del capo si fece in testa come una celata d’uomo d’arme: ed in questo modo, allupandosi di fuori come era dentro, se ne venne alla fontana, dove le pasciute greggi bevevano. Giaceva questa fontana, come un catino, avvallata da ogni banda, e d’intorno era ogni cosa salvatica e piena di spini, di rovi, di ginepri e di cardi talmente, che un vero lupo vi si sarebbe agevolmente imboscato. Ivi acquattatosi Dorcone, si stava aspettando l’ora dell’abbeverare. Né guari stette, che la pastorella, cantando, con ambe le gregge innanzi si mosse verso la fontana, lasciando Dafni a far della frasca per li capretti; ed i cani, guardiani deiruna gregge e dell’altra, come sogliono, catellon catelloni le venivano secondando. Appressati alla fonte, come quelli che erano