Pagina:Caro, Annibale – Opere italiane, Vol. I, 1912 – BEIC 1781382.djvu/105

veduto niuno. Resta ora che veggiate, che voi non vedete quel che vede ognuno. E concedendovi ancora che ’l foco ordinario non possa far questi effetti, vi dico che ognuno che legge (eccetto voi) conoscerá che questo non importa, anzi che la bellezza di questa metafora è che non gli possa fare; e non vedendolo voi, è perché non sapete punto dell’arte dello scrivere: ché, se ne sapeste, oltre al vedere che questo foco non è foco, areste detto, ancora che fosse: — Il Caro ha provisto con quei rimedi che l’arte può fare che non sia pericoloso, — e di piú, — che la sua provisione è doppia: dove quella del Petrarca è scempia. Percioché il Petrarca, per rirrjediare che quel suo nodo non istrangoli, ma faccia dolce l’amaro e gioco il piangere, l’ha rammorbidato solamente con questa parola «in modo»; e il Caro, perché questo suo foco non brugi, ma faccia volare e cantare, l’ha mitigato con due temperamenti, mettendolo in mezzo d’«uno» e di «tale». Queste due particelle sono di quelle picciole gioie, delle quali s’è detto di sopra, che vagliono assai; percioché, se le consideraste bene, vi parrebbono atte a far molle e facile ogni dura ed ogni impossibil metafora; perché «uno» separa questo foco dall’ordinario, dicendo che è d’una •certa sorte, e «tale» lo tempera talmente, con significare eh’è d’una certa qualitá, che vi mostra chiarissimo che non arde; ed ambedue stanno per modo tra ’l foco e questi effetti, che ’l cantare e ’l volare non vengono ad essere effetti del foco, ma dell’uccello. E per meglio imboccarvela, la prima cosa, egli non dice che ’l foco, come foco, faccia volare il Caro, come Caro; ma, presupponendo che riconosciate le maschere, dice che questo desiderio lo fa volare in forma d’uccello: e accioché per «uccello» abbiate lui, v’aggiunge «tarpato e roco»; e accioché per «desiderio» abbiate il foco, vi avertisce che questo foco è «un» certo, ed è «tale», che può far questi effetti. Si che tra ’l foco e ’l volare e ’l cantare, vanno di mezzo «uno» e «tale» aperti, e «desiderio» ed «uccello» sotto’ntesi, i quali fanno che questi effetti siano dell’uccello, e non del foco, come s’è detto. Allora sarebbe stata questa metafora pericolosa, quando avesse detto: «mi fa volare e cantare», non presupponendo «l’uccello»; o vero,