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V.
Il crin discinto, il volto al suol dimesso,
Di funebri gramaglie circondato,
Le lagrime sul ciglio, e di cipresso
Incoronato,
D’Irico i lutti, rinnovar parea (19)
D’Asti l’Agnolo santo, e rammentare
Di Maramaldo la tremenda idea (20),
O il rotto altare (21).
Cotale un suono di pietà mandava,
Un accento di duolo, una preghiera,
Che l’aura istessa nel volar plorava
Da mane, e sera;
Coll’una man la vedovata sede
Additando gemea, coll’altra a Dio
Pietosamente addimandò l’Erede
Con tal desio,
Che pietà vinse de’ Celesti il core,
E un moto sol li stese al trono innanti
Della misericordia del Signore
Interpellanti.