Pagina:Carlo Rosmini Ragionamento degli Scrittori Trentini 1792.djvu/42

42 Saggio di Rime



VII.


Tante, felice pianta, grazie dei
Dire a Madonna, quante verdi foglie
Copron tuoi folti rami, e in se raccoglie
La terra e la stagion fior vaghi e bei:
Che per la più fedel fusti da lei
Eletta, ove a scoprir le nostre voglie,
Gli amorosi pensieri e l’ aspre doglie,
Insieme fummo, ond’ io ringrazio i Dei.
Tu sol fusti presente a quei lamenti,
A quei caldi sospiri, e a le parole
Che avrìan possanza d’arrestare i venti.
Così benigno il ciel, le stelle e il Sole
Ti sieno sempre, e più mai non paventi
L’ ira di quel Signor che ’l tutto puole.


VIII.


Pensi fia ver, che per un’altra Donna
Lasci la Diva mia, anzi il mio Sole?
Pensi fia ver, che per le altrui parole
Lasci il sostegno mio, la mia colonna?
Mai non fia ver, che in leggiadretta gonna
Altro mi piaccia mai che quel che suole;
Non vuole amor, nè la mia sorte vuole
Ch’altro desiri mai che voi, Madonna.
Se voi potrò lasciar, ben voglio dire
Che potran l’acque ritornarsi indietro,
Star senza pesci il mar, senz’astri il Cielo:
Senza vanni gli augei potran salire
In alto, e d’un diamante farsi un vetro,
E formarsi di fuoco un freddo gelo.