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RAGIONAMENTO

DI CARLO ROSMINI.


SE vi fu secolo alcuno, in cui l’Italia più feconda fosse di mezzi onde nutrir nel suo seno gli uomini grandi ed allevargli al buon gusto, egli è certo il presente, ove le scienze, l’arti, e le lettere si veggon condotte alla lor perfezione per tanta copia di libri eccellenti sì nazionali, che stranieri de’ secoli trapassati. Eppure è forza altresì confessare, che nel ruolo de’ secoli colti, o a parlar più veramente, delle colte età, questa in cui viviamo, è l’età forse, ove più rare escir si veggano l’opere originali che possan far epoca ne’ fasti della nazionale letteratura. L’ozio, l’infingardaggine, l’eccessivo amor del piacere maravigliosamente trionfano sull’italica gioventù, e ciò che è più ancor pernizioso, il disprezzo in che s’hanno le lettere, e chi le coltiva: a tal che se alcuno dalla via battu-