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visioni fatte quindi in Italia, fra le città italiane fu compresa sempre e registrata1. Egli però non diede che un piccol Saggio, e di dieci soli tra Trentini e Roveretani parlò: ma quanto ei fece è anche assai, a dar idea di quello ch’ei far volea, e che far non potè, perchè da immatura morte interrotto. L’esempio di lui fu seguito da un altro di minor fama e di minore coltura; e si fu questo l’Abate Todeschini di Pergine, il quale fece ristampare in Vinegia il Saggio Tartarottiano nuotante in un feccioso golfo d’annotazioni intemperanti e ìndigeste, le quali non ci lascian punto dolere ch’ei colorito non abbia, com’era suo intendimento, il disegno del Tartarotti. Io potea dunque tacer di costoro, senza che giusto biasimo me ne venisse, perciocchè il metodo ch’io son per tenere, sia in tutto opposto a quel ch’es-

  1. Quegli però che fu primo ad abbracciar questo error popolesco, e che diè forse le mosse a Jacopo Tartarotti, fu Antonio Chiusole nel suo Mondo antico moderno e novissimo. Gran vergogna per certo de’ terrazzani, che del proprio paese o ignorino, o scambin quello, che ottimamente ne sanno, e scrivono i forastieri. Quinci le maraviglie del Muratori in una lettera a Girolamo Tartarotti da me letta di propria man dell’autore, come il fratel suo registrato avesse fra le Città del Tirolo, Trento, e Rovereto.