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di Carlo Rosmini. 17

trario mi diffonderò lungamente intorno ad un autor d’un opuscolo, o stampato o ancor manoscritto. I miei scrittori saranno scelti, niente del numero loro curandomi, ma del merito. Saranno esclusi dall’opera mia gli autori scipiti e sciocchi, i raccoglitori di poesie, quand’altro fatto non abbian mai che raccogliere, e i poeti d’un sonetto, d’un madrigale, e d’una canzone: perciocchè non v’è alcuno che sappia leggere, e ch’abbia orecchi, che in istato non sia di far quanti versi rimati a lui piaccia: assioma antichissimo essendo, fin da’ tempi di Flacco, che il riuscir mediocre o cattivo poeta, ella è cosa piuttosto di disonor che di lode. Degli scrittori medesimi che saran nell’opera mia registrati, non m’ostinerò a lodare ogni cosa; ma dove gli crederò degni di giusta ed onesta censura, sì il farò liberamente in quel modo che per me si potrà, con più rigore trattando i più celebri, appunto perchè l’esempio degli uomini grandi può essere agl’inesperti più contagioso, che non quel de’ mediocri. Una storia letteraria vuota di esame e di critica, è un’opera di poca utilità e di poco pregio, e meritamente può andar confusa cogl’indici.

Io ho sin quì molti materiali raccolti per la mia fabbrica, ma è ben lungi ch’io sia ancora in istato d’accingermi a questo lungo e difficil lavoro. Alle notizie da me con mol-


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