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76 Open source, software libero e altre libertà


“La moltiplicazione in copie diretta o indiretta”. Ciò vuol dire che qualcosa dell’opera deve sussistere ancora nella sua riproduzione, perché altrimenti non avremmo una “moltiplicazione”. Ad esempio, se eseguo una fotografia di una rappresentazione teatrale, potrò avere come interferenza i diritti della scenografia (se esistenti) o del ritratto, ma non certo quelli dell’autore della pièce. Allora potremmo avere una “trasformazione” o un’“elaborazione”, parimenti previsti come diritto esclusivo. Purtroppo la norma non è molto chiara, in quanto afferma che il diritto di elaborazione comprende anche... il diritto di elaborazione, oltre a quello di traduzione e di trasformazione, ma è una tautologia che non ci porta molto lontano.

Si può ritenere che l’elaborazione sia qualcosa che contiene ancora alcuni elementi creativi dell’opera originale, pur adattati in altra forma espressiva. Ad esempio la riduzione teatrale di un’opera letteraria, o il diritto di riprodurre in opera cinematografica un’opera teatrale. L’art. 4 rende il tutto sufficientemente chiaro. Riconosciamo che non vi è dubbio che, se riprendo un’opera architettonica particolare (per esempio, i ponti di Calatrava a Reggio Emilia), la mia fotografia riproduce sicuramente elementi creativi dell’opera architettonica, sia dei disegni, sia dell’opera stessa.

Pertanto, almeno in teoria, una fotografia che riproduce un’opera architettonica è una elaborazione dell’opera architettonica e la sua realizzazione ricade nei diritti esclusivi del titolare dei diritti economici relativi. Questo in punto di puro diritto positivo letteralmente interpretato e la ricostruzione che sembra trovare d’accordo la maggior parte degli studiosi e della giurisprudenza.