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70 Open source, software libero e altre libertà

mato digitale e diffuse tramite internet il tutto risulta particolarmente facile, dato che è sufficiente aggiungere una nota nella pagina web in cui “risiede” il file dell’opera creativa. Il sito ufficiale di Creative Commons (come già accennato) offre un utile widget che, attraverso una serie di domande, guida l’utente nella scelta della licenza più opportuna e genera automaticamente il codice HTML con il disclaimer e il link alla licenza. Ancora, come già accennato, il codice fornito da Creative Commons ha anche la funzione di metatag, cioè inserisce nel codice sorgente della pagina web delle informazioni aggiuntive sul tipo di licenza scelta ma anche sull’autore e sul tipo di opera; queste informazioni, rispettando gli standard del cosiddetto “web semantico”, permettono ai motori di ricerca di reperire più facilmente ed efficacemente le opere (HTML-RDF).

Se invece l’opera viene distribuita su supporto fisico, il disclaimer può essere apposto dove normalmente si trovano i dati di edizione e produzione dell’opera; per esempio nel colophon di un libro, nel booklet di un CD musicale, nella cover di un DVD video.

Conclusioni

Le Creative Commons sono le licenze dominanti dei contenuti creativi. Hanno assunto una forza tale che sono il golden standard per ogni rilascio pubblico, tanto che sono usate dai più affermati servizi online: da Flickr (foto) a Wikipedia, da OpenStreetMap a La Stampa, da Jamendo e Soundcloud (musica) a Vimeo (video); e lo stesso YouTube consente l’utilizzo della licenza by in alternativa alla licenza “YouTube standard”. È possibile ricercare contenuti espressa-