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Brevetti e software:per chi suona la campana? 115

microprocessore posso disegnare su carta la topografia con gli elementi e le connessioni, ma mi serve una fabbrica da cento milioni di Dollari per crearlo. Il software no, quello che scrivo sulla carta è l’oggetto della protezione, è il software.

L’opinion cita e passa in rassegna in maniera rimarchevole praticamente tutte le ragioni che da anni il fronte anti-brevetti software va predicando, fronte a cui non è un mistero anch’io mi iscrivo. Non è il primo giudice di corte d’appello a farlo: già Richard Posner1 aveva sottolineato come il presupposto economico dei brevetti non si combina con settori in cui l’innovazione è tumultuosa ed effimera, e dove il tasso di investimenti in ricerca e sviluppo è trascurabile rispetto al costo di implementazione dell’idea predicata dal brevetto. Ma si trattava di un blog, qui si tratta di una concurring opinion in una sentenza di Corte d’Appello che si occupa di tutte le questioni sui brevetti (che sono appunto materia di competenza federale) che giungono al livello d’appello.

Il Giudice Mayer individua in modo analitico almeno quattro dei peccati capitali dei brevetti software.

L’ambito di protezione è sproporzionato al valore
di ciò che viene “rivelato”

I brevetti offrono, come è noto e anche da noi ricordato, un incentivo a investire per elaborare prima e a rivelare poi un’idea inventiva che va ad accumularsi allo stato dell’arte al fine di avanzare lo stato della tecnica. È un do ut des: ti consento di estrarre i profitti


  1. http://www.becker-posner-blog.com/2012/09/do-patent-and-copyright-law-restrict-competition-and-creativity-excessively-posner.html.