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Brevetti e software:per chi suona la campana? 111

a un lauto risarcimento dei danni per aver praticato l’invenzione senza avere ottenuto una valida licenza.

Sulla base di quanto deciso dalla Corte Suprema degli Stati Uniti, nel caso Alice Corp v. CLS Bank1 (e in Mayo Collaborative Servs. v. Prometheus Labs in un campo adiacente quale quello della brevettazione di principi di funzionamento della biologia umana) il risultato appariva sufficientemente scontato per tutti e tre. Come ricordato sopra, la corte di primo grado aveva già invalidato due di essi, ma aveva fatto rientrare dalla finestra uno dei tre brevetti in quanto, nonostante fosse basato su idee astratte, e queste idee fossero semplicemente implementate in un computer, si riteneva contenesse comunque materiale sufficiente per risolvere un problema tecnico in modo non ovvio.

Tuttavia la Corte spazza via anche questo residuo:

Mayo Collaborative Servs. v. Prometheus Labs., claims that “amount to nothing significantly more than an instruction to apply [an] abstract idea [...] using some unspecified, generic computer” and in which “each step does no more than require a generic computer to perform generic computer functions” do not make an abstract idea patent-eligible, Alice, 134 S. Ct. at 2359–60 (citations and internal quotation marks omitted), because “claiming the improved speed or efficiency inherent with applying the abstract idea on a computer” does not “provide a sufficient inventive concept.”

Nemmeno questo residuo dunque merita attenzione per la CAFC, in quanto – sostiene – pretende di realizzare un incremento di protezione per il sistema antivirus, spostando il livello di protezione da un


  1. Si veda http://www.scotusblog.com/case-files/cases/alice-corporation-pty-ltd-v-cls-bank-international/.