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«Le disagevoli e pericolose vie di comunicazione colla Propositurale di Dervio (collegiata battesimale) erano causa di impedimento, specialmente nelle lunghe pioggie invernali, al trasporto dei neonati al fonte battesimale di modo che molti morivano senza battesimo, come molte persone senza l’eucaristico.»1 Per gli accennati fatti e per le insistenti dimande degli abitanti, nel 1506 venne concessa dall’eminente Curia Arcivescovile di Milano la erezione del comune in parrocchia alle condizioni portate dall’istrumento di separazione in data 26 maggio. Con quello i Consoli ed uomini di Dorio a mezzo del loro Sindaco Giacomo Dell’Era fu Giorgio, con speciale incarico a rogito De Campazzi di Corenno, si obbligavano:

1.° Di consegnare annualmente al Parroco pro-tempore e successori Lire 400 imperiali computate le primizie;
2.° Di fornire una casa in paese e l’usufrutto di tutti i beni immobili di spettanza della Chiesa di S. Giorgio;
3.° Di somministrare tutti i paramenti e mobili necessari alla Chiesa ed al Parroco.1

Agli abitanti venne accordata la nomina del Parroco, che doveva però essere confermata dal reverendo Proposto di Dervio, cui rimasero: il diritto di decima in ragione di un sessantesimo per le uve, di un quarantesimo per i grani e quello della riscossione di annue Lire 3.10.

Per lunghi anni la Chiesuola di S. Giorgio a Mondonìco servì di parrocchia alle varie terre, dette ville, ed a quella erano annessi: il cimitero, di cui sussistono alcuni avanzi, e la casa parrocchiale.

Il Cardinale Federico Borromeo mentre ordinava di rinnovare la casa parrocchiale, angusta e minacciante rovina, concedeva di erigere la nuova in vicinanza all’Oratorio della Beata Vergine, nel luogo donato da Nicolao Petazo.2 Coll’incendio della vecchia casa, circa il 1678, veniva distrutta anche la sfasciantesi sagrestia.


  1. 1,0 1,1 Archivio Parrocchiale — Atto di fondazione della Parrocchia.
  2. Archivio Propositurale di Dervio — Decreti della visita dell’eminenza Cardinale Federico Borromeo fatta nel 1612.