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vanzano; nella frazione di Castello (m. 298) una in buon stato, di epoca ignota, ma approssimativamente del XIV° secolo, è fiancheggiata a ponente da case e da avanzi di torri e fortilizi in sfacelo, di epoca assai anteriore, con aperture a sesto tondo ed alcune con fasce orizzontali di pietruzze eguali poste a coltellata; altra, ridotta ad abitazione, con vasta arcata e portico di grosse pietre, cui sottopassa la strada per Vestreno. Gli antichi fortilizi, le torri, vennero probabilmente innalzate, più che a difesa del paese, a sbarramento dell’imbocco della Valle di Varrone; una terza al Borgo, ora ridotta a magazzeno ed in decadimento, con apertura di porta binata e stemma.
Con istrumento 31 marzo 1683 Andrea Orio cedeva ai sindaci dei poveri di Cristo «lo spazio di terra ad orto posto nel recinto della torre che era nel piazzale al borgo1» della quale vedonsi ancora traccie di fondamenta. Benedetto Giovio nella Storia di Como e il Libero Comano nel Canto della guerra decennale di Como accennano a questa torre in vicinanza al porto. Le due torri al Borgo facevano parte del castello, spesso confuso con quello della frazione omonima, che in diversi tempi sostenne arditi assalti e lunghi assedi.
Da osservare: al Borgo, oltre la propositurale, la vecchia casa di giustizia del comune, con cortiletto e portico superiore; l’arco d’entrata con stemma e mensole, che mette alla casa del signor Carlo Cunico, e due antichi capitelli fungenti da sedile; sul piazzale un tronco di colonna di marmo bindellino del paese, forse avanzo di antichissimo monumento. Stemmi gentili, di epoca lontana, erano dipinti sulla casa Silvetti in vicinanza a quella di giustizia, già facente parte della stessa prima del riadattamento eseguito nel 1861.
Alla frazione della Balma in fine dell’altro secolo vennero scoperti alcuni sepolcri romani con vasi unguentari,
- ↑ Archivio Comunale e da una Memoria esistente presso la sig.a Rubini-Regalini.