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Piccole frazioni sono quelle della Balma e Chignolo (Godenga), già esistenti nel XIII° secolo; Piazzo e Ronchi si formarono molto più tardi.

Dal paese si stacca la strada mulattiera per Premana attraversando quelli di Vestreno, Introzzo, Tremenico, Aveno e Pagnona.

Il fiume Varrone, quasi parallelo alla Pioverna di Bellano, nasce in territorio di Introbio (Valsassina), sul monte omonimo; mette foce nel Lario, ed a lui si deve il vasto e fecondo «Delta o Piano di Dervio». Di frequente ingrossa e deborda per le abbondanti acque che raccoglie nel suo lungo corso, e principali quelle della Valmarcia e Legnasca, allagando e coprendo di ciottoli e sabbie i terreni posti in vicinanza allo sbocco. L’allargarsi ed il deviare della corrente minacciò più volte la frazione del Borgo, ed a ricordo d’uomini la più importante piena avvenne il 14 e 18 settembre del 1829. Ricchissimo, pochi anni sono, di squisite trote (Vedi annotazione P); ora si sono fatte rare assai per l’inqualificabile sconsiderata distruzione che ne venne e vien fatta coi bertavelli all’epoca del fregolo, e col «coccolo», sostanza velenosa, nelle altre epoche dell’anno. Questa selvaggia distruzione, con enorme danno, è estesa anche alle acque del lago.

Le acque del Varrone dànno alimento e vita a quattro cartiere: Ghezzi, Signorelli, Stoppa e Vitali; ad una fabbrica molto importante di tubi di ottone e filo della Società Metallurgica Italiana, con una forza d’acqua di oltre 150 cavalli; a fucine e torni per ferro. I signori Redaelli di Lecco innalzarono al cantone sud di Dervio un vastissimo fabbricato, ove preparansi fusti per ombrelle, tele metalliche ed altri lavori. Tutti questi opifici occupano numeroso personale, ed attirarono in paese molte famiglie cui procurano lavoro e benessere.

In buon numero le botteghe ed i negozi, ricchi di generi diversi e ben forniti di scelte merci.

Nell’annata 1896, in marzo, venne aperta una farmacia,