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DAL 1740 AL GIUGNO 1797 — data della proclamazione della Repubblica Cisalpina — le comunità reggevansi mediante consiglio generale — convocato — cui intervenivano tutti i capi-famiglia, presieduto dal Giudice e dal Cancelliere. In Dervio il convocato tenevasi, generalmente, nella pubblica piazza, ora detta Piazza Cavour, dove trovavasi un tavolo di pietra per uso del Presidente e del Cancelliere, stato rimosso non molti anni sono. Dal Consiglio rivedevansi ogni triennio i conti, e nominavansi i due nuovi Sindaci, uno dei quali funzionava anche da Cancelliere. Ai Sindaci spettava l’amministrazione del pubblico patrimonio, ed in particolare al Cancelliere la vigilanza sulla giustizia dei pubblici riparti. Incarico del Sindaco-Cancelliere era anche la conservazione delle scritture pubbliche e dei registri di catasto, con un soprasoldo di Lire 12.

La giustizia era amministrata da un Podestà o Giudice di nomina feudale, residente in Bellano, dove venivano discusse le cause criminali. Per la trattazione delle civili tutti i martedì e venerdì non festivi il Podestà portavasi in paese, dove continuamente risiedeva un suo rappresentante. Il luogo dove tenevasi la Corte di giustizia, come da tradizione, era posto al Borgo nella casa ora Paruzzi, Abbiati e Silvetti, a nord della Propositurale.

La comunità non aveva quota di scudi d’estimo, ma era tassata in staja 14 libbre 8 di sale, e su quelle erano ripartiti i carichi. Il quantitativo di sale era ragguagliato ad una certa quantità di terreno che nel vecchio censo risultava di pertiche 778, tavole 19, con un valore di L. 48,699 imperiali. Nel perticato non erano comprese le proprietà ecclesiastiche, perchè esenti da ogni imposta.

Colle staja 14.8 di sale, essendo di troppo aggravata la imposta sui terreni, veniva questa ripartita per due terzi sugli stessi ed un terzo sul personale e focatico. Il personale gravitava sui soli maschi da 14 a 60 anni, e nel triennio 1748-1750 era pagato da novantotto persone, il focatico da ottanta famiglie.