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Monte Olimpino, Montorfano, Cantù, Bosisio, Brunate e Valbrona; un discreto medagliere; una ricca collezione di monete italiane ed estere; le prime in numero di 1302, e di 1847 le seconde, splendido dono del raccoglitore onorevole Deputato Solone Ambrosoli; nonchè quadri di distinti pittori, modelli, lavori d’intaglio e lavori femminili.

In buon numero i monumenti: in Como e sobborghi le chiese di S. Carpoforo, prima sede dei Vescovi di Como; di S. Abbondio, di stile lombardo, e di S. Fedele, fondate dal 300 al 700; il Duomo di stile neo-gotico o gotico riformato, introdotto nell’architettura ed esteso specialmente per opera dei Maestri Comacini1; il Convento di S. Nicolò a Piona, in Comune di Colico; il Battistero (S. Maria del Tiglio) di Gravedona del 600, e la chiesa di S. Vincenzo, forse anteriore; un tempio a Lenno ed un’iscrizione romana; altre ad Ossuccio, Menaggio e nella Brianza. Specialmente degni di ricordo i battisteri di Galliano (Cantù), Oggiono e Barzanò; rimarchevole in Como il Palazzo della Ragione o Broletto di fianco al Duomo.

Nelle chiese abbondano statue, affreschi, quadri e lavori di classici pittori e scultori; Como è fra le più ricche città d’Italia per monumenti, lapidi e sepolcri romani.

Sono pur degne di considerazione le diverse torri poste lungo le mura della città: principale Porta Torre, innalzata nel 1192, avanzo delle moltissime che proteggevano Como, ed il Castello Baradello (m. 460). Sui monti, nei piani, lungo le riviere dei laghi trovansi ruderi di antiche torri, ed alcune ancora in buono stato, a ricordo di tristissimi tempi.

Fra i monumenti moderni di Como: il Cimitero, ricco di buoni lavori; la statua di Volta nella piazza omonima, del Marchesi (1838), e quella di Garibaldi, del Vela, a Porta Vittoria. Anche nei Comuni del Circondario in questi ultimi tempi sorse la gara di eleganti cimiteri, forniti di non spregevoli opere di scultura, nonchè di statue, lapidi e

  1. MerzarioI Comacini.