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Comandante dell’VIII Armata ordinava alle sue truppe di passare il fiume (ordine del giorno del generale Caviglia in data 26 ottobre 1918).
Il passaggio fu eseguito nella notte del 26, malgrado il tempo perverso e la piena del fiume, dal XXII Corpo d’Armata e dalla 1ª Divisione d’Assalto (ordine del giorno del generale Caviglia in data 4 novembre 1918) parte a guado e parte su passerelle le quali vennero asportate dalla corrente o demolite dall’artiglieria nemica, di modo che le truppe passate al di là rimasero isolate, mancanti di viveri e munizioni.
Se esse non avessero corrisposto alla fiducia del Comando Supremo, l’audace impresa sarebbe finita come l’offensiva nemica del giugno 1918, e forse il nostro esercito non avrebbe più potuto frenare l’avversario rapace sulla linea del Piave, ma i valorosi assaltatori pugnarono due giorni e tre notti con tenacia ammirevole, strappando al nemico armi, munizioni e viveri per continuare a combattere in attesa dell’aiuto che non doveva mancare.
Ed il Comandante dell’VIII Armata, vivamente preoccupato per la sorte di quelle truppe, il 28 ordinava di gettare nuovi ponti sul Piave per dare ad esse aiuto e permettere loro di raggiungere gli obbiettivi stabiliti (ordine del
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