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di applicazione bellica. Non si saltava la fune tesa o il fossetto di mezzo metro, bensì un ostacolo di reticolati aggrovigliati.
L’istruzione per l’assalto, che fu poi messa in voga presso tutti i Reparti, era delle più pericolose e interessanti: una vera scuola di coraggio.
Si trattava di prendere d’assalto una collina tipo, fortificata a difesa, con reticolati, trincee caverne, camminamenti, nidi di mitragliatrici. Alle spalle degli Arditi erano postate delle mitragliatrici e dei cannoncini. Questi battevano col loro tiro il primo ordine di trincee, contro il quale si scagliavano gli Arditi facendo un primo lancio di petardi. Non appena l’ondata d’assalto era per giungere su questa linea, gli artiglieri e i mitraglieri allungavano il tiro, e battevano la seconda. Gli Arditi, dopo una sosta brevissima, riprendevano la corsa sotto l’arco della traiettoria. E così per due o tre volte ancora.
L’istruzione era pericolosa, non lo nego, ma fucinava gli eroi: la finta battaglia differiva così poco dalla vera, c’era tanta affinità di emozione e di rischio, che, quando ci si trovava in presenza dell’austriaco, quasi non ci si accorgeva di questa presenza.
C’erano anche dei feriti, nell’istruzione, e talvolta dei morti. Ma questo avveniva più per ec-
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