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Comandante, e l’onore individuale, l’orgoglio del successo, la sete di gloria, e sopratutto l’amor di patria, tenevano il posto del senso del dovere. Era in quegli uomini, oltre a uno sfrenato bisogno di libertà, un enorme disprezzo per il nemico e per la propria vita, un bisogno di battersi volontariamente, senza costrizioni, senza sanzioni: l'unico premio a cui aspirassero era il «bravo!» del loro Baseggio, e, se scampavano, tre giorni di permesso per andare a bere un litro di valpolicella al focolare di qualche bella tosa, giù in retrovia. Ma al nuovo appuntamento nessuno mancava.
Sapevano che non si sarebbe fatto nessun appello, che non si sarebbe denunciato a nessun tribunale di guerra il mancante: eppure nessuno mancava.
— Pronti, capitano! Dove andiamo?
Come tutto questo è italiano!
E gli austriaci impararono a mente il nome del leggendario capitano, e quando lo udivano gridare da trincea a trincea, fremevano e fuggivano, essi, i disciplinatissimi soldati di un Impero di ferro!
Intanto, volendosi premiare e distinguere dalla massa i più valorosi, quelli che affrontavano
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