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in Torino, donde spiccò il comando di questa fabbrica; si tolga parimenti il giorno dello spettacolo, prima del quale, qualunque codest’opra si fosse, esser dovette compiuta; si levi altresì il giorno, compreso pur ne’ quaranta, in cui Vitellio si portò in Bedriaco; e non ne rimarrà che tanto appena di tempo, quanto ne potè occorrere all’Imperatore per il viaggio da Torino a Cremona. E veggasi finalmente, se in così breve intervallo siasi potuto eseguire, di qualunque pur si voglia materia, l’inalzamento di un edifizio, ch’appo le coorti della legione permanenti in Italia equivalere doveva a’ lunghi viaggi, ed alle lontane stazioni dell’altre nella Spagna e in Pannonia.

E qui ad osservare presentasi, che le legioni disposte a’ quartieri della Spagna e della Germania fors’anco non erano, o appena potevano esser d’Italia partite, quando in Cremona si celebrò lo spettacolo di Cecina. E perchè dunque si avrebbe detto, che Vitellio qua e là disperse le legioni, e che trattenne i Tredicesimi per i lavori degli anfiteatri, quando tal opra