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degli esami, e del raziocinio dovrà acquistare chiarezza di verità.
La difficoltà di costruire la grand’opra di un anfiteatro in tanta ristrettezza di tempo, qual noi vedremo che si fu questa, ha fatto immaginare a chi ha voluto pur credere, che esso siasi eseguito in Cremona, che di solo legno debba essere stato costrutto: in ciò anche fondati sulla non vera supposizione, che anfiteatro di pietra non potesse essere eretto, mentre che quello di Tito, in tal materia, dicevano, primo esemplare degli altri, non era ancora edificato; asserzione smentita dall’autorità degli storici, e degl’interpreti: sapendosi da Svetonio, che Statilio Tauro uno ne fabbricò in campo Marzio, dei quale ne fe menzione Isidoro, che ne osservò le rovine, e che al detto di Guglielmo Pastrengo lo nominò Amphitheatrum lapideum.
Ma io son di parere che neppure di legno si potessero costruire anfiteatri nel brevissimo spazio, non di una intera stagione, com’altri non rettamente ha supposto, ma di appena una settimana; e molto meno anfiteatri così vasti e capaci, com’