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NOVELLE ROMENE | 97 |
agita inutilmente per alzarsi... Vuole gridare... Uno sgorgo di sangue erompe dalla sua bocca... Le sue forze si esauriscono, si trascina per una certa distanza e siede per terra.
Il pope butta giù lo schioppo di cui le canne fumano ancora l’odore soffocante di polvere... oltrepassa la siepe, sale nel campanile si attacca con ambedue le mani alla corda di tiglio e comincia a tirarla con uno sforzo sovrumano: le tre piccole e povere campane cominciano a suonare, a lamentarsi dolorosamente.
Accorre molta gente.
Il pope prende la mano di Cuzzitei e s’avvia seguito da tutto il villaggio... Conduce tutti al luogo dove giacciono i due disgraziati figli... La piccola striscia biancastra, mentre le campane si lagnavano è divenuta grande e rossa.
«Io li ho ammazzati, disse il vecchio con calma... Prima lui e poi lei... Sì, io!...»
E si volse per guardarli... Ileana era spirata, stringendo tra le braccia i ginocchi del fratello... Il pope si chinò verso di lei:
«Non così, cagna! disse sorridendo crudelmente... Non così, perchè è peccato!»