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90 I. L. CARAGIALE


Bussò alla finestra di Ileana... un’altra volta... più forte... fortissimo... Nessuno rispondeva... Rompere la porta!... Andò a prendere l’ascia e poi tornò; ma quando tastò per trovare la maniglia sentì l’anello; era chiuso a catenaccio. Nessuno! Con la testa scoperta, coi capelli dritti in disordine alla mercè del vento, il vecchio uscì dal portone correndo. Alla scuola; chiusa col catenaccio... Indietro! Da Ileana c’era il lume: si spogliava per mettersi a letto... Indietro! Alla scuola c’è lume.

Salì di un sol passo i tre gradini della scaletta e guardò per la finestra: Mitu stava al tavolo con la testa appoggiata sulla mano. La bellezza del giovane, i suoi sguardi perduti chissà dove, l’aria estatica che gli illuminava la testa, confusero l’uomo che stava fuori; questi si coprì gli occhi per non vedere più la spaventevole immagine.

Stette così un attimo, poi bussò con decisione, si avanzò sfigurato, si fermò sulla soglia e irruppe:

«Perchè mi vuoi male? Perchè? Uomo senza anima, senza fede e senza Dio!... Ti ho raccolto per le strade, ti ho riscaldato al mio seno; tu vuoi la vergogna della mia famiglia? Tu vuoi uccidermi? Che male ti ho fatto io? Che colpa ho io? Dimmi: