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NOVELLE ROMENE 87


se n’era andato correndo — «aveva dimenticato il rapporto della notte nella cancelleria».


Per quanto fosse giovane, Ileana aveva capito che suo padre aveva letto nella sua anima come leggeva nei suoi libri di chiesa...

Se è così, vuol dire che anche lui lo sa... E poi?... che lo sappia! Che importa?... Paura?... Di chi?... Di che?... Di Matache?... Lo stupido?...

L’abbandonerà e buona pace: la convivenza forzata è impossibile... Onore?... Parola. Vergogna?... Non ne ha. — Sì, che lo sappia il villaggio intero!... Le dispiacerebbe se non lo sapessero tutti!... Lo dirà lei stessa... Sì, perchè non può più nascondere il fuoco che l’arde; una volta per sempre deve farlo vedere; il canto e il pianto di nascosto non servono più. Scenderà nella strada... no, andrà alla chiesa, e quando tutta la gente sarà adunata griderà ad alta voce che le crepa il cuore di tanta sofferenza muta, che senza quell’uomo impazzisce, uccide chi incontra e si strangola da sè con le unghie, come una belva rabbiosa.