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NOVELLE ROMENE | 85 |
stette molto... molto davanti a lei, come se avesse voluto infiammare coi suoi sguardi quegli occhi fissi lassù e farli battere almeno una volta, poi disse chinando la testa.
— Eh! se tu sapessi ciò che avviene adesso nell’anima mia!...
— Favorisca, padre, disse il Prefetto.
— Chi è? domandò lui, additando il ritratto che stava sulla parete, senza guardare nemmeno l’uomo che lo svegliava così bruscamente dal sogno.
— È mia suocera... la madre di mia moglie... Una donna disgraziata: è morta giovane, la poverina! — Il vecchio si voltò macchinalmente.
— Ebbene? che c’è? ditemi il vostro dolore, aggiunse il Prefetto; accomodatevi.
Il pope sedette e tacque.
— Avete qualche processo... qualche imbroglio...dite. —
Il pope non disse niente.
— Siamo soli, non abbiate soggezione. Non ci sente nessuno. Raccontate, disse con benevolenza, benché un po’ impaziente, il Prefetto. Se è possibile, siccome conosco che uomo siete, farò tutto per Vostra Santità. —