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NOVELLE ROMENE 79


tello... «Sentite, dico, il primo che oserà toccarmi gli squarcio il ventre come ai cani» e mi metto a fuggire verso la siepe... dove mi inseguono. Un caporale di fanteria avanzava pieno di rabbia e girava per aria il cappio; mi pare di vederlo ancora alto e dalle spalle larghe, come un gigante.... «Arrenditi!... non t’arrendi?». Quando fui per mettere i piedi sulla siepe, mi gettò il cappio intorno al collo e tirando indietro mi fece cadere sulle spalle. Mi divincolai finché potei... ma ero già sfinito. — Come lottare più quando il cappio ti strozzava la gola? Mi legarono e mi portarono via...

— E poi?

— Mi portarono via. Chi avrebbe pagato per me? Mio padre? Mi portarono al posto di guardia e poi alla città... Scappai via una volta, con l’intenzione di prendere Smaranda e di darmi al brigantaggio... M’acchiapparono, mi bastonarono e mi misero in prigione. Una notte saltai il muro... La sentinella se ne accorse, m’inseguì, sparò ferendomi alla gamba — ne ho ancora il segno... Fui di nuovo bastonato; orribilmente... Stetti molto tempo nella prigione finché venne per liberarmi — e con quante spese! — chi lo crederebbe?, il mio povero fratello...