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NOVELLE ROMENE 63


Il pope aveva posto il ragazzo rigido sulla soglia e lo piangeva in ginocchio... Una donna teneva il cero.

Ma non è morto ancora... Un incantesimo con acqua vergine... Il ragazzo sembra muoversi... Si alza lentamente. Egli apre gli occhi, respira forte e dice con la voce spenta.

«Ho fame!»

Bravo medico è l’aria di Dobreni!

Il ragazzo era completamente salvo, il sangue puro cominciò a colorirgli il viso tanto sciupato prima, gli occhi così cupi finora si riempirono di luce e allegria. Fu una lotta estrema, terribile: la vita adesso avanzava fulgente e orgogliosa del suo trionfo.

Mentre la moglie del pope, Sultana, appende nella chiesa di Dobreni una bellissima icona consacrata alla vergine che aveva esaudito il suo voto, nella capitale del distretto c’era un po’ di movimento al caffè centrale: si eran scoperte le tracce di Mitu il Bojaro.

La sua disparizione non poteva passare più inosservata. Era un vero danno per tanti amatori di divertimenti. Non si sapeva che cosa fosse accaduto.