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NOVELLE ROMENE | 33 |
nella bottega. Cercò sotto il banco, prese qualche cosa, uscì di nuovo cautamente nascondendo l'oggetto che teneva nella mano, come se avesse paura dell’indiscrezione dei muri, e andò sulla punta dei piedi fino al portone.
Ma c’è qualche cosa di tremendo: il lavoro di fuori è cessato completamente... non si sente più nulla «che cosa è accaduto? sarà andato via?» balenò nella mente dell’uomo che stava dentro. E a questo pensiero, egli si morse il labbro inferiore, preso da una tremenda desolazione.
No! fu una brutta illusione: il lavoro cominciò di nuovo ed egli si mise a seguirlo ansiosamente con i battiti del cuore. Deciso, Zibal era travagliato da un desiderio incomprensibile di vedere il lavoro più presto finito.
«Sbrigati! pensò Leiba impazientemente... sbrigati!»
Sulla montagna, le campane si facevano di nuovo sentire.
«Più presto, il giorno si avvicina!» disse una voce di fuori, spinta quasi dalla volontà dell’uomo che stava dentro.
Il lavoratore ricominciò più attivamente. Ancora