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26 I. L. CARAGIALE


Che cosa?

Rumori indistinti vengono da lontano... sembrano scalpitii di cavalli, colpi sordi di magli, discorsi misteriosi ed agitati. Una tensione forte dell’attenzione affila il senso dell’udito nella solitudine della notte: quando l’occhio è inerme e impotente sembra che l’udito si sforzi anche a vedere.

Ma non è un’allucinazione.

Sulla via che mena dalla strada a quella direzione si sente avvicinare uno scalpitio di cavalli. Zibal si alza e vuole avvicinarsi al portone. Il portone è ben chiuso per mezzo di una trave trasversale le cui estremità sono infitte in buchi del muro. Al primo passo la sabbia pestata dalla sua pantofola fa uno scricchiolio troppo indiscreto. Zibal si toglie le scarpe e resta in calzini. Così, senza alcun rumore percettibile per un orecchio non prevenuto egli arriva al portone, appunto nel momento in cui i cavalieri passano di là. Essi parlano con voce sommessa, ma non tanto che Leiba non possa afferrare il senso di queste poche parole:

«Si è alzato presto...»

«Ma se è andato via?»

«Sarà per un’altra volta... ma io avrei voluto...»