Pagina:Caragiale - Novelle rumene (1914).djvu/21


NOVELLE ROMENE 19

«Ora è legato; ma un momento prima si era sciolto. Si è battuto con tutti i soldati. Un ebreo spinto contro di lui, da un goi cattivo, di fra la folla, fu morso al viso dal pazzo». Leiba vede bene di sugli scalini; un gradino più su sta a guardare Sura, tenendo il bambino nelle braccia.

È un pazzo davvero furioso, tenuto da due uomini da ogni parte: i suoi pugni sono strettamente legati uno sull’altro con una forte corda. È proprio un gigante: ha una testa di toro, i capelli neri e fitti, la barba e i baffi aspri, arruffati. Attraverso la camicia stracciata dalla colluttazione, si vede il petto largo, coperto, come la testa, da una selva di peli... è scalzo; la sua bocca è piena di sangue e sputa continuamente i peli che ha strappati coi denti dalla barba dell’ebreo.

Tutti si sono fermati... perchè?

Le guardie slegano le mani del pazzo. La folla retrocede lasciando uno spazio largo intorno a lui. Il pazzo guarda da tutte le parti e ferma i suoi sguardi ardenti sulla porta di Zibal; digrigna i denti, si precipita sui tre gradini, e in un attimo, prendendo nella palma destra la testa del bambino, nella sinistra quella di Sura, le schiaccia una contro l’altra con